IL TRAPEZIO (Racconto)
IL TRAPEZIO
(C) ARMANDO ASCATIGNO
TUTTI I DIRITTI RISERVATI
(da ""FAVOLE DI ESISTENZA DIVERSE")
Questa è un’opera di fantasia.
Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale.
Tutti i diritti sono riservati.
1
Non c’era divertimento maggiore, per Gian Luca, del Circo.
Lo incantava da sempre specialmente il trapezio e coloro che attraverso
innumerevoli fatiche, esercitazioni quotidiane ed anni di sacrifici
volteggiavano da un capo all’altro di quello.
Diventava pazzo, soprattutto, guardando le forme delle donne –in generale
adolescenti o quasi –i fianchi disegnati dai costumi attillati, le gambe
tornite ed i seni piccoli prepotentemente turgidi e duri, i culetti
provocanti e prominenti, il colore eburneo delle spalle e del collo, il
sorriso sempre stampato sui loro visi ed infine le splendide acconciature
delle loro chiome.
Era geloso dei giovani atleti che se le accarezzavano dolcemente e se le
sbaciucchiavano alla fine di ogni esercizio ed odiava se stesso al pensiero
che quelle creature sarebbero state, per lui, inavvicinabili a causa di madre
natura che lo aveva fatto non certo brutto ma nemmeno molto piacente e nel
viso, ad eccezione degli occhi di un bel grigio-verde e dallo sguardo acuto
ed intelligente e nel fisico.
Gian Luca, inoltre, era un ragazzo di statura leggermente superiore alla
media ma non molto robusto, anzi, tutti lo consideravano piuttosto fragile
sia di costituzione che di salute ma in realtà non si ammalava mai.
Egli ricordava di avere avuto una altissima febbre soltanto quando era stato
colpito dal morbillo ed anni dopo da una strana e violenta influenza che
aveva colpito milioni di altre persone.
Con la varicella e gli orecchioni, tutto era passato in pochi giorni tanto
che non si era nemmeno messo a letto e da quei momenti, ormai lontani nel
tempo, aveva sofferto unicamente di pochissimi raffreddori.
Gian Luca invidiava i giovani trapezisti, muscolosi, agilissimi, sicuri di se
stessi mentre lui- pur frequentando le palestre e le piscine -.non riusciva a
mettere su un muscolo che fosse tale.
Però, a scuola, era un vero fenomeno. Non che studiasse molto ma aveva una
memoria prodigiosa tanto da ricordarsi perfettamente ogni riga dei libri
oltre che ogni schema matematico.
A diciannove anni era assolutamente privo di esperienze sessuali ma oltre a
ciò nessuna ragazza, fosse una compagna di classe oppure una occasionale
conoscente, gli aveva mai fatto capire che sarebbe uscita con lui per il puro
piacere di passare insieme un pomeriggio oppure una serata.
Ai primi di maggio, due mesi prima dell’esame di Maturità, Anna Lisa, anche
lei studentessa del liceo scientifico Avogadro ma di una altra sessione: la M
e maturanda, gli chiese a bruciapelo se avesse potuto darle delle lezioni di
matematica, in vista dell’esame di maturità.
Gian Luca guardò in viso quella mezza cartuccia di giovane femmina.
L’aveva incontrata, rarissime volte, all’entrata oppure all’uscita del liceo.
Era una ragazza dall’apparenza insignificante, magrolina, sbiadita, alta su
per giù un metro e cinquantacinque, corvina, con due gambe asciutte, coperte
fino ai polpacci da una gonna blu.
Mostrava senza il minimo turbamento un viso da bambina tanto che egli aveva
sempre creduto, fino a quel momento fatidico, che frequentasse al massimo il
terzo anno del liceo.
Un nasino all’insù ed una bocca dalle labbra carnose la facevano sembrare
completamente fuori posto tra tutte quelle stangone, super accessoriate che
non lo degnavano nemmeno di uno sguardo e che invece Gian Luca aveva tra i
piedi ogni giorno dalla mattina presto fino alle quattordici.
Gli occhi di Anna Lisa lo imploravano mentre chiedeva.
Occhi allungati a mandorla neri come i capelli, lunghi e raccolti in due
trecce, occhi tuttavia tristi e malinconici-
Disse, inciampando tremante sui vocaboli.
- Mi hanno detto che sei il più figo di tutti in matematica. Non ho soldi per
pagarmi le ripetizioni. Fammele tu ed io contraccambierò, in qualche modo, la
tua cortesia…!-
Era quella la primissima volta che Gian Luca riceveva una simile richiesta e
non seppe dire di no.
Cosa avesse voluto significare con quel “contraccambierò”, Gian Luca non lo
aveva ben capito.
Tuttavia cominciò a sperare che Anna Lisa, almeno lei, avesse una certa
simpatia per lui.
Non aveva nessuna importanza il suo aspetto fisico ma unicamente che fosse
donna, cioè una femmina con tutti gli attributi di quel sesso.
Aveva riflettuto che sicuramente anche lei, che aveva appena compiuto i
diciotto anni, sentiva i primi stimoli sessuali probabilmente ancora
insoddisfatti.
Le diede un appuntamento alle sedici dello stesso giorno a casa sua, sapendo
dell’assenza dei suoi genitori, impegnati fino alle venti nel negozio di
“Articoli da Regalo” situato alla periferia nord della città.
Sarebbero rimasti soli almeno per tre ore. Poi l’avrebbe accompagnata a casa
in automobile, una piccola utilitaria regalatagli dalla mamma e dal papà che
già pensavano a quando avrebbe frequentato l’Università di Tor Vergata, a
circa trenta chilometri di distanza da via Nemorense.
Anna Lisa invece abitava a circa tre chilometri da Porta Pia, dalle parti di
San Giovanni, verso Santa Maria Maggiore e questo glielo aveva detto nello
stesso momento che gli aveva chiesto la cortesia di darle le lezioni di
matematica.
Gian Luca era certo che l’avrebbe preparata alla perfezione allo scritto
dell’esame di Maturità e era altrettanto sicuro che Anna Lisa gli sarebbe
stata grata ma per lui la gratitudine di lei significava una sola cosa : i
primissimi approcci erotici di cui sentiva prepotentemente il bisogno.
Alle sedici precise Gian Luca ebbe un tuffo al cuore sentendo squillare il
citofono.
- Sei tu Gian Luca?-
- Certo, prendi l’ascensore e spingi il pulsante del quinto piano, Anna Lisa.
Abito all’interno quattordici ma comunque ti aprirò immediatamente la porta-
Quando Anna Lisa gli fu davanti, Gian Luca rimase allibito.
Quella ragazzina era tutta un'altra cosa rispetto alla mocciosa di due ore
prima.
Portava tacchi alti almeno di nove centimetri ed un vestito amaranto elegante
a vita stretta.
Il volto era curatissimo.
Gli occhi erano divenuti grandi e le ciglia più lunghe e curve. I capelli
erano di un nero lucente e non aveva più le trecce.
Un tenue rossetto le aveva ridisegnato le labbra e la bocca che ora era
divenuta tanto appetitosa che Gian Luca ebbe l’impulso di baciarla.
Si limitò a sfiorarle le guance, poi la prese per le mani e la fece entrare
nella sua camera, semplice ma comoda con una grande scrivania vicina all’
ampia finestra che dava sul parco- giardino, pieno di bambini vocianti.
Quando Anna Lisa si accomodò sulla poltroncina accanto alla sua, Gian Luca
non potette fare a meno di osservarle le gambe che si erano scoperte fino a
mezza coscia.
Non erano male poiché, dalle ginocchia perfettamente arrotondate in su,
avevano rivelato che Anna Lisa era una falsa magra.
Fu un pomeriggio particolare.
Da un lato Anna Lisa attenta ad ogni spiegazione di Gian Luca, dall’altro il
giovane che, pur facendo finta di niente, se la studiava nella speranza che
lei gli mostrasse un minimo di interesse e magari un pizzico di seduzione
femminile.
Alle diciotto gli disse.
- Ti dispiacerebbe di offrirmi un bicchiere d’acqua, ho la bocca asciutta e
sto cominciando a vedere lucciole per lanterne. -
- Ti porto una buona aranciata ed intanto devo complimentarmi con te per
l’impegno che stai dimostrando in questa prima lezione.-
Poi aggiunse.
- Non mi va che tu ti affatichi tanto. La matematica è come una bella donna,
va gustata a piccoli bocconi!-
- Avremo molto tempo per studiare insieme e quindi ora è giunto il momento
del riposo sia fisico che mentale.-
Anna Lisa si alzò dalla poltroncina, sospirò profondamente ed abbracciò Gian
Luca con affetto e dolcemente.
2
- Che ne dici delle tue compagne di classe?.-
Domandò Gian Luca, curioso dei giudizi di Anna Lisa riguardo il concetto di
amicizia tra coetanee costrette a vedersi ogni giorno, mentre accompagnava la
ragazza a casa.
- In linea di massima, -rispose, dopo un momento di riflessione, la sua
allieva, -sono quasi tutte pettegole. Guai se sapessero che vengo a casa tua
per fare lezioni di matematica! Sono sicura che mi chiederebbero come te la
cavi a letto. Per loro questo non è un problema.-
- Non fanno altro che raccontare le loro avventure e ti garantisco che sono
veramente da film a luci rosse. Se tu le sentissi non hanno il minimo pudore
e non parlo di come si vestono, con i jeans all’inguine e con il sedere
scoperto. Mi meraviglio che i professori non protestino col Preside!
Non credere che io sia uno stinco di Santo ma almeno non vado a sbandierare a
tutti le mie parti intime e non credo di essere una cloaca di parole
vergognose. Dicono che loro sono Femministe mentre io voglio essere comandata
dai Maschi perché sono racchia e nessuno mi chiede di dargliela!-
- Dicono anche che è uno scandalo il fatto che io sia ancora vergine e che
tra l’altro sono una frigida, anormale, forse un mezzo maschio.-
- Non se lo immaginano, nemmeno, quanta dolcezza vi sia nel mio cuore e
quanto grande è il mio desiderio di essere avvenente e corteggiata da
qualcuno che meriti il mio infinito amore, tenero e delicato!-.
Gian Luca era quasi arrivato sotto casa di Anna Lisa quando quella gli mise
un braccio intorno al collo.
- Lo sai di cosa ho bisogno, un bisogno prepotente ora? Di un immenso
affetto, di cortesia, di sentirmi protetta, di una cara amicizia che accetti
me come sono, non come vorrebbero che fossi ed in più non voglio compiacere
nessuno in nessun senso. Vorrei che, chi mi sta vicino, fosse buono, sincero
ed allora mi sentirei anche più piacevole di quanto in realtà io sia e sarei,
allora, capace di dare tutta me stessa ed ancora di più.-
Ormai il sole era sulla strada del tramonto.
L’arrivederci all’indomani fu per Gian Luca un piacevole momento colorato da
una serie di pensieri ai quali non era abituato.
Era sinceramente felice di avere incontrato quella ragazzina strana ma,
diversamente da come avrebbe potuto immaginare, sentiva già correre
nell’anima e nel cervello idee assolutamente candide nei confronti di lei e
rispetto il suo modo di crescere.
Gian Luca in quel momento sentì il bisogno di staccare, per quella sera, la
spina su tutti i problemi che gli erano capitati durante quella giornata.
Ad un paio di chilometri dalla casa d Anna Lisa, aveva piantato le tende un
Circo Cinese ed i giornali avevano dato ampio spazio all’avvenimento.
Lo spettacolo sarebbe cominciato alle ventuno.
Gian Luca si infilò in un negozio che vendeva pizza al taglio, ne mangiò
almeno tre etti, bevve due barattoli di aranciata e poi acquistò un biglietto
in prima fila al botteghino del circo.
Mancava ancora una mezzora all’inizio dello spettacolo ed il giovane chiese
ad una mascherina se poteva visitare nel frattempo il retro del circo dove
erano posteggiate le roulotte degli artisti.
Ebbe l’OK e curioso si posizionò vicinissimo alla roulotte delle giovani
cinesi che avrebbero dato lustro e spettacolo, quella sera.
Una di queste era fuori dalla roulotte, sul prato, a scaldare i muscoli.
Vestita di un costumino scintillante di lustrini, stretto ed elegante, era di
una beltà divina.
Gian Luca prese tutto il coraggio che possedeva e le si avvicinò.
Esprimendosi in inglese, che parlava e comprendeva perfettamente, le chiese
quanti anni avesse ed il nome.
- Mi chiamo Xan Ciung ed ho sedici anni. Vivo da sempre in questo Circo e
sono diventata una famosa trapezista per merito di mia madre e di mio padre
che mi hanno educato a questa arte da quando avevo soltanto sei anni. Ho
girato il mondo e sapessi che fatica è stata quella di arrivare al punto in
cui mi trovo.-
Gian Luca fu stupito dalla disponibilità della bellissima cinesina nel
parlare con lui e non sapendo come comportarsi, inventò in parte.
- Cosa mi consigli perché io possa accodarmi a voi, amo il Circo, ho
diciannove anni ma non ho il fisico adatto. Mi piacerebbe tanto essere uno
dei vostri.-
- Se questo è il tuo desiderio tutto si può ottenere. Potrai avere un fisico
perfetto se ti sacrificherai per molto tempo. -
- Io sono la figlia del padrone e potresti essere assunto da mio padre
all’inizio come uomo di fatica. Potrei parlargli io stessa, mi piaci e penso
anche che potrei sposarti se tu lo volessi. -
Gian Luca rimase sbalordito.
Incredulo di sentirla pronunciare il verbo “ sposare “, ringraziò la
giovanissima artista e le promise che si sarebbe fatto rivedere l’indomani
presto per discutere e chiacchierare con lei.
Riflettendo dedusse che probabilmente in Cina quella fosse una usanza
codificata e che una qualsiasi ragazza potesse accedere al matrimonio in meno
di una giornata, se il papà le dava il permesso e se la stessa lo desiderava.
Molto probabilmente questa strana tradizione aveva una logica.
Unirsi in matrimonio avrebbe potuto essere un modo per andare a letto con un
uomo ed in seguito, come facilmente si sposavano unicamente per simpatia,
altrettanto velocemente si divorziavano.
Divenire un trapezista era un sogno per Gian Luca.
Avrebbe preso una decisione dopo l’esame di Maturità, dal momento che il
Circo sarebbe rimasto a Roma fino alla fine di luglio e forse anche durante
la prima settimana di agosto.
Certo il fatto che lei gli avesse parlato di matrimonio, gli aveva aperto
orizzonti esageratamente intriganti.
Ciò voleva significare che la ragazza cinese, dopo soltanto venti minuti dal
momento che le aveva rivolto la parola, gli aveva manifestato il desiderio di
avere rapporti sessuali con lui…?
Pensò : ma guarda un po’ cosa mi doveva capitare.
Questi cinesi sono davvero dei bei tipi. Sono rapidi nei loro desideri e
nelle loro azioni e la pensano, senza ombra di dubbio, completamente in modo
diverso da noi europei.
Con tutto quello che gli era successo in quella giornata, Gian Luca non
riuscì a dormire.
Anna Lisa e Xan Ciung lo perseguitarono per tutta la nottata.
La prima, con l’innocenza dei suoi discorsi e con la purezza dei suoi
sentimenti, la seconda, con la forza del proprio carattere oltre che con quel
fisico perfetto che dava all’incantevole viso un aria sorniona ed alle parole
una stranissima sensazione del suo estremo lezioso decisionismo.
L’indomani avrebbe avuto una seconda lezione con la maturanda e certamente
avrebbe rivisto la bella cinesina.
Si sarebbe presentato da lei con una canottiera estremamente scollata per
farle vedere il suo petto glabro come quello di un bambino.
Aveva letto, da qualche parte, che alle cinesi piacciono gli uomini
totalmente privi di peli ed era questo il suo modo, del tutto infantile, per
sedurla definitivamente.
3
Era incredibile con quanta ansia Gian Luca attendesse l’arrivo di Anna Lisa.
Ed a anche in quel giorno piovoso, lei fu puntuale all’appuntamento ma questa
volta presentandosi vestita diversamente.
Indossava dei leggeri stivaletti, sempre dai tacchi piuttosto alti di pelle
ed invece di un vestitino portava disinvoltamente un paio di pantaloni di
lino verde molto attillati ed una semplicissima camiciola bianchissima e
trasparente. Si era messa una giacchetta dal colore crema di cui si era
liberata non appena entrata nell’appartamento di Gian Luca.
Aveva posato nel portaombrelli del corridoio un minuscolo parapioggia rosso e
con un grande sospiro esclamò.
- Non vedevo l’ora di essere da te! -
Nel dire quelle poche parole Anna Lisa si buttò tra le braccia di Gian Luca
che, divenuto tutto rosso in viso, sentì premergli sul petto le piccole ma
acerbamente dure mammelle della giovane.
Lei sollevò il volto, protese le labbra carnose verso la bocca di Gian Luca e
lo baciò per un tempo infinito.
- Non riesco a capire perché l’ho fatto ma è stato un impulso irrefrenabile
che desideravo tanto da sta’mane…; mi piacerebbe, però, che tu non
fraintendessi. Il fatto che ti sento, istintivamente, un vero e grande amico
mi permette di non pentirmi di ciò. -
A Gian Luca parve di esprimere, a sua volta, tenerezza mista a delicata
affettuosità accarezzandole i bei capelli neri, poi la condusse nella sua
stanza ma in quel attimo pensò di farla sedere sul letto.
Non aveva voglia di cominciare subito con la matematica e con voce tranquilla
iniziò a parlarle di come avesse passato la serata precedente.
Le raccontò del Circo cinese e della sedicenne Xan Ciung con cui aveva a
lungo parlato.
- A quanto pare, -mormorò con un filo di voce Anna Lisa,-sembra che ti sei
presa una cotta per la giovane cinese.-
- Ma come fai a pensare una cosa simile,-replicò Gian Luca, mentre la mano
scese dai capelli di Anna Lisa al collo, continuando ad accarezzarla, ancora
più dolcemente,-in fin dei conti l’ho vista e le ho parlato per una sola
volta!..-
Improvvisamente Gian Luca vide il volto della liceale coprirsi di chiazze
rossastre e dagli occhi di quella, spuntare alcune grosse lacrime.
Anna Lisa se lo guardo a lungo poi gli chiese.
- Dimmi, Gian Luca, non sentì nemmeno un filo di desiderio per me? Un
desiderio semplice come quello tra due ragazzi della nostra età, un desiderio
di possedermi tu per la prima volta in vita mia ? Io ti voglio perché in te
ho trovato più che un amico. Tu mi ispiri dolcezza, tenerezza e sei molto
delicato nei miei riguardi, in una parola sento una fortissima attrazione
sessuale verso di te. Non sei un Adone ma avverto che le tue mani morbide
sulla mia pelle suonano una musica celestiale.
Solo per un momento Gian Luca immaginò che quanto le aveva confessato, un
momento prima, Anna Lisa fosse unicamente dettato da una specie di recondita
gelosia verso la cinesina.
Non era così.
Soltanto una ragazza inebriata d’amore era in grado di baciare così
teneramente ogni angolo della sua pelle.
Si era fatta denudare completamente e lentamente con tantissimo pudore ma poi
si era scatenata addirittura facendosi male.
Anna Lisa, nuda ,era l’opposto di quanto avesse in precedenza pensato ed
immaginato.
Dai piedi al viso l’aveva potuta vedere bianchissima di carnagione, liscia e
soda allo stesso tempo in ogni parte del suo corpo. La vita stretta ed i
fianchi ben proporzionati incorniciavano sia il pube che il sederino come
fossero stati scolpiti ed il seno all’insù, benché piccolino, era ciò che di
più provocante possedesse.
Per più di un ora e mezzo fecero all’amore, perdendo ambedue la cognizione di
cosa facessero.
Infine, prostrati, si strinsero l’uno all’altra senza fiatare ma abbandonati
in una estasi profonda ed irripetibile.
In quel pomeriggio piovoso non ebbero la forza né la volontà di studiare ed
il tempo successivo lo consumarono a baciarsi ed ad accarezzarsi.
Anna Lisa era stanca ma radiosa, Gian Luca fiero di se e felice.
E quando la riaccompagnò a casa fece uno sforzo immane per allontanarsi da
lei.
Di Xan Ciung se ne era quasi dimenticato.
Le aveva detto la sera prima che sarebbe andato a trovarla e per non passare
per il solito sbruffone, arrivò al Circo appena un quarto d’ora prima che
iniziasse lo spettacolo.
Ebbe appena il tempo di darle la mano e di dirle un” in bocca al lupo” e di
scusarsi con lei per non avere avuto il tempo di arrivare, come le aveva
promesso, molto prima.
L’acerba e seducente cinesina gli fece un gran sorriso e gli sussurrò che
aveva già parlato con suo padre.
Egli sarebbe stato ben accetto nel Circo ed era certa che suo padre non
avrebbe avuto nulla da dirle in opposizione al suo futuro matrimonio con Gian
Luca.
Il Numero Acrobatico di Xan Ciung finì alle ventitre e trenta.
Come a solito, gli applausi furono assordanti e lei felice e sorridente.
Gian Luca attese che la ragazza uscisse dal suo minuscolo camerino ma si rese
conto di non essere in grado di reggersi in piedi e quando lei riapparve e la
rivide, radiosa e stupendamente truccata, vestita questa volta all’europea,
le stampò un gran bacio sulla guancia dicendole.
- Domani mattina mi devo alzare alle cinque perché devo ripassare latino e
filosofia, dovendo essere interrogato. -
Aveva mentito ma senza alcuna cattiveria dal momento che, se fosse rimasto
ancora sveglio, sarebbe sicuramente svenuto per la stanchezza.
Diede un secondo bacio a Xan Ciung e dicendole arrivederci sparì in un attimo
nella sua automobile con un senso profondo di vergogna.
Appena nel suo letto, che ancora profumava di Anna Lisa, ebbe un momento di
sconforto.
Le due giovani lo avevano rapito e sarebbe stato un bel problema dimenticarne
una.
La spontaneità di Anna Lisa era troppo vera per allontanarla dalla mente e
poi l’aveva amata con tutto il cuore e con tutto se stesso. Non l’avrebbe mai
dimenticata per la purezza della sua anima ed anche perché era stato il suo
primo uomo.
Non conosceva bene ancora Xan Ciung ma la immaginava, oltre che perfetta
fisicamente, anche forte e capace di destreggiarsi in ogni difficoltà.
Lo strano era che tutto gli era capitato nel breve spazio di tempo di sole
quarantotto ore, quando a lui in tutto il periodo della sua ancora giovane
vita non era mai successo nulla degno di un vero ricordo.
Inoltre si rendeva perfettamente conto che, lo sceglier tra le due, avrebbe
mutato completamente la sua vita.
Ci vollero quattro settimane per decantare, almeno parzialmente, il subbuglio
che ormai si era impadronito dell’esistenza di Gian Luca.
Durante quel periodo di tempo egli aveva continuato a dare lezioni ad Anna
Lisa e contemporaneamente ad amoreggiare con lei che, dolcemente ma anche
prepotentemente, aveva deciso che Gian Luca sarebbe stato il suo ragazzo
finché Dio lo avesse voluto.
Anna Lisa era troppo ingenua per capire a che gioco giocasse tanto che non
usava contraccettivi né altre precauzioni.
Quel ragazzo che aveva perduto la testa per lei insieme alla propria
verginità, lo voleva così al naturale pur raccomandandosi di stare attento e
di praticare il coito interrotto.
Ma quando stavano insieme, nel momento più erotico e passionale dei loro
rapporti, non le importava assolutamente nulla di quanto egli facesse per non
metterla incinta. La carne ed i sensi avevano preso il sopravvento sulla
razionalità ed unicamente poi, nel momento della piena soddisfazione e
dell’orgasmo, gli chiedeva cosa sarebbe accaduto se gli fosse sfuggito un po’
di sperma.
Gian Luca era sicuro del fatto suo ma qualche volta gli veniva il dubbio di
non essere stato sufficientemente attento.
Tuttavia, la tranquillizzava baciandole i bianchi capezzoli e dicendole che
questa possibilità era unicamente impossibile.
Una sola cosa non le aveva detto.
Uscendo, alcune volte con Xan Ciung con il permesso del padre, l’aveva
convinta di recarsi in un Motel tranquillo e fuori città per essere liberi di
coccolarsi a vicenda in assenza di sguardi indiscreti.
Se Anna Lisa era passionale, Xan Ciung la superava di gran lunga. Lo stesso
viso usciva da un mondo che Gian Luca non conosceva tanto era soffuso di un
carisma erotico, dagli occhi eccezionali dalla rima palpebrale sottilissima
ed allo stesso tempo languida, alla bocca stagliata a sbieco oltre al velluto
della sua pelle
Era pazza per il sesso orale mentre, contrariamente a quello che Gian Luca
aveva immaginato, non gli permetteva di avere rapporti completi.
Diceva che quelli li avrebbe riservati a dopo il matrimonio e rideva tanto,
mostrando delle perle bianchissime al posto dei denti, soddisfatta di farsi
desiderare immensamente.
Gian Luca sospirava ed il suo cuore batteva forte quando, nella sua nudità,
non mostrava il minimo pudore di fronte a quel ragazzo italiano di cui si era
perdutamente innamorata.
Lei gli aveva ripetuto all’infinito che si sarebbero sposati con la
benedizione del suo papà purtroppo vedovo da sei anni e che non c’era nessun
altro al mondo che amava tanto, oltre al suo ragazzo italiano.
Xan Ciung era trasparente come l’acqua di un ruscello appena sgorgato dalla
roccia e Gian Luca era tremendamente assetato di lei.
Soffriva per non essere sincero come lei avrebbe meritato ma non poteva
tradire Anna Lisa, pura e delicata, unica e speciale.
Gian Luca aveva capito che il doppio menage non avrebbe potuto andare avanti
così per ancora molto tempo e che si stava avvicinando il momento del
distacco da una delle due.
4
Gian Luca aveva preparato nella mente delle priorità per il suo prossimo
futuro.
L’esame di Maturità si presentava al primissimo posto ed era sicuro che lo
avrebbe superato col massimo dei voti.
Il proprio fisico che, con i lavori pesanti che il padre di Xan Ciung gli
faceva fare nottetempo fino alle due dopo mezzanotte, già mostrava i primi
segni di irrobustimento generale a spese del sonno che ormai era diventato
una mera opzione, ridotto come era a sole cinque ore a notte.
Xan Ciung ogni giorno sempre più deliziosa ed infine Anna Lisa, la sua
ragazza italiana colma di amore per lui ed appassionata amante.
Gian Luca era stato di parola.
La promessa di prepararla alla perfezione in matematica l’ aveva mantenuta e
lei, già cotta di lui, gli si era attaccata come una piovra affamata di
desiderio ma ancora sprovveduta.
I sentimenti che sentiva per lui non erano più segreti ed anche le sue
compagne di classe la rispettavano, ora, molto maggiormente rispetto ad un
passato che poi non era così remoto.
Anche il suo modo un po’ trasandato di presentarsi in classe era mutato pur
non vestendosi né aggiustandosi così sfacciatamente come quelle.
Anna Lisa era inoltre sicura dell’amore che Gian Luca le dimostrava in ogni
occasione ed era diventata molto sicura di se stessa.
Nel liceo tra le maturande non si parlava d’altro che della metamorfosi di
Anna Lisa e molte la invidiavano pensando a quanto fossero state stupide nel
sottovalutare Gian Luca.
Egli era, adesso, assalito da una serie di richieste di lezioni di
ripetizioni che mai si sarebbe immaginato due mesi prima.
A tutte aveva detto che non era possibile dal momento che la sua giornata era
appena di ventiquattro ore e non del doppio.
Molte lo avevano corteggiato, aumentando il sentimento di gelosia di Anna
Lisa già sufficientemente grande di per se.
Se poi avesse saputo della sua doppia vita e della relazione con Xan Ciung
certamente sarebbe stata capace di sputargli in faccia e di odiarlo a morte.
Gian Luca, fino allora, era stato molto bravo nel nasconderle tutto sulla
cinesina ma qualcosa Anna Lisa sospettava dal momento che in parecchie
occasioni egli si era tirato indietro di fronte alle sue“avance”.
Architettate, dunque, le priorità era necessario perseguire il fine ultimo
che
avrebbe, alla fine, decisa la propria vita.
Non fu difficile superare brillantemente l’esame che gli avrebbe aperto la
strada molto più complessa dell’Università.
Andarono insieme Anna Lisa e lui a vedere i quadri e convinti come erano di
essere stai battezzati “maturi” dalle autorità scolastiche, se la presero
comodamente perché pareva che alla ragazza, del giudizio finale, non le
importasse più di tanto.
Durante il tragitto per l’Avogadro, Anna Lisa con aria contrita e col viso
rabbuiato gli disse.
- E adesso cosa faremo, tu ed io. Sono sicura che mi lascerai e che tra poco
avrai completamente dimenticato i nostri sentimenti o se preferisci il nostro
amore.-
Intanto Anna Lisa piangeva con delle lacrime che le andavano a finire in
bocca e che erano più che salate , amare.
- Cosa mi combini,- replicò Gian Luca,- proprio oggi, tesoro, che dovremmo
essere soltanto felici! -
- Certo oggi è la giornata adatta, -sospirò la ragazza, - Adriana mi ha già
telefonato. Sembra che a te abbiano dato 100 ed a me 88.
Lo sto dicendo soltanto ora, perché ho voluto farti un dispetto. -
- Sono molto preoccupata, caro il mio Gian Luca, di ben altro. Credo che mi
hai messo incinta. Dovevo avere il flusso la settimana scorsa, invece niente!
Davvero inizio benissimo la mia vita…, come minimo sarò costretta ad abortire
ed è giusto che sia così dal momento che sono stata stupida, assolutamente
imbecille nel pensare che tu saresti stato capace di tirarti indietro nel
momento dell’eiaculazione! -
Gian Luca pensò che aveva perfettamente ragione Anna Lisa e che quella
giornata era improvvisamente divenuta la più nera che mai avesse potuto
immaginare.
Sua madre e suo padre se lo sarebbero sbranato se egli avesse raccontato
quanto gli era successo, dopo tutti i sogni che avevano fatto su di lui
pensandolo già Ricercatore in qualche facoltà scientifica.
La sua intelligenza aveva fatto cilecca e quanto fosse potuto capitare ad
Anna Lisa, se questa fosse stata veramente gravida, gli stava provocando uno
stato depressivo tanto profondo che, per un momento riflettette, una
bocciatura alla Maturità gli sarebbe stata molto più gradita.
Per quanto abbattuto e senza forze, Gian Luca ebbe il coraggio di consolare
con molta dolcezza Anna Lisa.
Le disse che era troppo pessimista, che egli non l’avrebbe mai e poi mai
abbandonata, che l’adorava, che per lui era l’unica cosa che contava nella
vita, che non voleva - nel peggiore dei casi- che abortisse e che i suoi
genitori l’avrebbero accolta come una figlia.
Di balle ne aveva dette tante ma non se ne vergognava.
Anna Lisa non lo meritava ed anche a quella ragazza non poteva mancare la
speranza che quella giornata di luglio fosse non brutta ma speciale.
- Davvero, -esclamò tremante Lisetta, come da poco tempo lui la chiamava
affettuosamente, - non è che mi inganni? -
- Come potrei raccontarti fesserie, amore, lo sai che tu sei diventata per me
l’angelo della mia vita! -
- Allora, -disse sospirando, -perché non hai mai voluto presentarmi a loro?
Tu sai che l’amore che sento per te non l’ho cercato, non l’ho pensato, non
l’ho supplicato ma, senza che me ne accorgessi, è fiorito all’improvviso
mentre nessuno di noi due poteva immaginarsi quanto fosse importante. -
Gian Luca ascoltò in silenzio, con grande attenzione, ogni parola detta dalla
sua Lisetta mentre camminavano mano nella mano per raggiungere il Liceo
Scientifico dove erano appesi i quadri degli esami.
Nella sua mente un turbinio di emozioni si stavano accavallando l’una
sull’altra e riusciva a mala pena a coordinare le idee.
Era dunque quello il giorno della vera maturità di quel ragazzo che amava il
Circo e che invidiava tanto quei suoi coetanei già pronti a prendere
decisioni rischiose mettendosi in gioco in prima persona.
Gian Luca credeva fermamente di non essersi comportato male né con Anna Lisa
né con la bella cinesina che sarebbe partita con suo padre e col Circo di là
a tre settimane.
Pensò di essere un uomo in erba assolutamente iellato.
Proprio a lui doveva capitare tutto questo imbroglio che, in parola, non si
sentiva di avere pazzamente desiderato né tanto meno perseguito usando
l’inganno come leva.
Non era il primo e non sarebbe stato l’ultimo che aveva nascosto alle due
ragazze come il vero scopo della sua vita, fin da bambino, fosse stato quello
di crearsi una posizione sociale tale da metterlo nel novero di coloro che
avrebbero rappresentato la “nuova classe dirigente”, di là da venire.
Forse tutto sarebbe stato un sogno puerile se non fosse corso in fretta ed
immediatamente ai ripari.
Sentiva che ne andava di mezzo la stessa stima che egli aveva di se stesso.
Coraggiosamente avrebbe portato, prima, Anna Lisa dai propri genitori e poi
sarebbe corso da Xan Ciung per parlare sia a lei che al padre di quanto
fossero cambiate le sue illusioni ed i suoi desideri di girare il mondo con
loro e con quel magnifico Circo.
5
La presentazione di Anna Lisa ai genitori avvenne tre giorni più tardi in una
bella domenica di sole, calda ma non torrida per un leggero vento di
maestrale che, oltre ad avere spazzato il cielo dalle nuvole notturne
grigiastre, del sabato sera, aveva reso limpido il cielo ed aveva portato su
Roma l’impressione che l’estate fosse ancora lontana nel tempo.
La mamma di Gian Luca era una signora ancora molto giovanile, dai capelli
castani biondini, assai elegante ma non sofisticata e soprattutto non snob,
dal carattere semplice e dai modi che tradivano la sua origine piemontese,
colma di cortesia e di sorrisi verso la giovanissima ragazza di suo figlio.
Era palesemente soddisfatta che Gian Luca si fosse deciso di farle quella
grossa sorpresa: farle conoscere una ragazza fresca ed educata, come Anna
Lisa dava l’impressione di essere.
Questa, in un primo momento in soggezione anche per la presenza del padre di
Gian Luca, uomo dall’aspetto austero, brizzolato quel tanto da apparire
insospettito per quella presenza femminile in casa propria,decise che era
venuto il momento di non passare per una ochetta insulsa e con un bellissimo
sorriso e prendendo tutto il coraggio che possedeva, dopo essersi avvicinata
ai genitori di Gian Luca, li abbracciò con affetto e con tanto semplice
trasporto.
Paola e Francesco rimasero commossi da questo gesto non previsto e da quel
momento l’atmosfera, in casa, divenne familiare e quasi intima.
Gian Luca dimostrò la propria soddisfazione e presa Anna Lisa per la vita e
stringendola a se, esclamò.
- Voglio fare un brindisi a questa che è la mia famiglia e vorrei dichiarare
il mio amore per questa creatura infinitamente soave, semplice e dolce, che
sposerò quando sarà il momento. Anna Lisa ha un anno e mezzo meno di me ma è
saggia, paziente, tanto buona e tanto carina che forse non mi merito nemmeno.
-
Anna Lisa si mangiava con lo sguardo Gian Luca e senza falsi pudori lo
interruppe con un bacio appassionato.
Paola e Francesco alzarono i bicchieri pieni di spumante italiano e fecero
cenno ai due di accomodarsi attorno alla tavola imbandita.
Lisetta sedette alla destra di Gian Luca, aggiustò la gonna a fiorellini
rossi e verdi, diede una carezza distratta e maliziosa alla maglietta
bianchissima di cotone e lino che evidenziava il suo seno acerbo e soltanto
allora, sospirando disse.
- Vorrei esprimere un grazie di cuore a voi tutti. So bene che forse non vi
aspettavate una improvvisata di questo genere ma io non mi vergogno di dirvi
che è tutto merito di vostro figlio se oggi posso essere orgogliosa del mio
diploma di Maturità e del mio carattere, incredibilmente migliorato Prima ero
solo una studentessa abulica, paurosa, insoddisfatta ed anche povera. Oggi mi
sento importante dal momento che voi mi avete accettato senza nemmeno farmi
una sola domanda sulla mia condizione sociale. I miei genitori sono deceduti
quando io ero solo una bambina ed è stata la nonna materna colei che mi ha
cresciuta senza farmi mancare mai nulla. Posso anche immaginare la vostra
delusione che Gian Luca abbia scelto una spiantata come me e non una ragazza
ricca e molto più bella di quanto io sia. -
Fu allora che Paola si alzò ed avvicinandosi alla ragazza di suo figlio la
baciò ed accarezzò con infinita tenerezza.
Le dichiarò la sua stima e sorridendo aggiunse.
- Ora basta con tutte queste dichiarazioni. Tu da oggi sei parte di questo
nucleo familiare ed in me avrai una nuova madre, amorosa e premurosa. Ragazzi
mangiamo che il cibo si raffredda! -
Per cinque giorni di seguito Gian Luca pregò la Vergine, madre di Cristo, di
fargli il più grande regalo possibile.
Quello che Anna Lisa avesse avuto soltanto un ritardo dovuto allo stress
dell’esame.
Egli l’avrebbe ugualmente coccolata e si sarebbe ufficialmente fidanzato con
tanto di anello.
Avrebbe rinunciato al Circo ed a Xan Ciung ed avrebbe studiato tantissimo per
laurearsi in Economia Aziendale in soli quattro anni, rendendo felice suo
padre ed ubriaca di gioia sua madre.
Alle cinque di mattina del sesto giorno, il cellulare di Gian Luca squillò
con prepotenza.
Era Anna Lisa che ridendo come una pazza gli comunicava il miracolo.
Si era svegliata alle quattro e si era trovata in un lago di sangue.
Tutto quello spavento per un ritardo, gli disse tremante nella voce: non
aspettava nessun bambino ed ogni preoccupazione era d’incanto cessata.
- Ti amo tantissimo, dolcezza mia. -
Gian Luca era riuscito a pronunciare quella frase con la voce di un morto
resuscitato e che improvvisamente vede il sole splendere su di se.
Si sbaciucchiarono attraverso il telefonino per almeno dieci minuti, poi egli
le disse che a mezzogiorno le avrebbe fatto una grande sorpresa, dandole
appuntamento sul muretto del Pincio!
Andò da “Bulgari” all’apertura del negozio di via Condotti.
Impiego più di due ore per scegliere l’anello di fidanzamento: pagò con la
carta di credito, regalo dei suoi genitori per la Maturità, oltre temila euro
per un brillante stupendo, bianchissimo e purissimo, incastonato in una
corona di piccoli smeraldi.
Era davvero bello e già immaginava lo stupore di Anna Lisa quando lo avrebbe
visto e messo al dito.
Gian Luca fece a piedi il tragitto da via Condotti fino alla Terrazza del
Pincio scegliendo la scalinata di Trinità dei Monti e poi prendendo la strada
alberata sulla sinistra e camminando all’ombra, sotto gli ipocastani, i pini
e le querce.
La vide seduta su una panchina a poca distanza dalla terrazza, immersa nella
lettura di un libretto ed in un attimo le fu di dietro, coprendole con le
mani i nerissimi occhi.
Anna Lisa si voltò di scatto e con la bocca atteggiata a cuoricino,
aggrottando la fronte, disse.
- Amore, non mi fare rimanere ancora sulle spine e dimmi cosa è questa
sorpresa che mi vuoi fare. Non sarà mica che vuoi dirmi che devi partire per
un viaggio all’estero urgentemente ora che ti senti certamente libero da
impegni paterni? -
- Vedi questo libretto? L’ho preso in una Agenzia di viaggi, almeno così
saprò in che posto andrai a finire! -
Gian Luca la prese quasi in braccio per farla alzare.
Poi, baciandola teneramente e stringendola a se, le sussurrò.
- Guardati intorno e là in fondo osserva la Cupola di San Pietro. Noi due
siamo cattolici e su quel simbolo del Cristianesimo ti prometto che tu sarai
un giorno mia moglie. Per ora la mia promessa l’ho voluta esprimere con
questo anello. -
Prese la piccola mano sinistra di Anna Lisa e fingendo di supplicarla, chiese
questa volta con tutta la sincerità della sua anima se volesse essere la sua
fidanzata ufficialmente.
Quel giorno pranzarono in una trattoria del Centro, dalle parti di Piazza del
Popolo.
Gian Luca propose alla sua fidanzatina di fare insieme una vacanza al mare,
una breve vacanza di due settimane.
Che lei non doveva preoccuparsi di nulla. Che avrebbe pensato a tutto lui e
che il denaro non era un problema.
Anna Lisa se lo guardò incantata. Non aveva mai fatto una vera vacanza.
La tentazione di accettare l’invito era prepotente ma un istante più tardi
molto seria in viso gli disse.
- Vorrei tanto dirti di sì ma io desidero fare, come te, l’Università. Devo
fare ogni sacrificio possibile per questa meta e non posso accettare che tu
spenda per me oltre le tue possibilità, dal momento che anche per te sarà un
impegno molto serio.-
- Un giorno faremo come tu vorrai ma adesso io non verrò con te mentre tu non
devi rinunciare per colpa mia.-
- Pensa in che guaio ci troveremmo se io fossi rimasta incinta. Forse, per
me, sarebbe il caso di andare a piedi al Divino Amore per ringraziare il
Signore della Grazia ricevuta.-
Fu allora che Gian Luca intuì come la vita sarebbe divenuta molto diversa per
lui e molto meno allegra di quanto avesse potuto nemmeno lontanamente
immaginare.
6
Xan Ciung vide arrivare l’auto di Gian Luca da lontano.
Si erano dati appuntamento, alle dieci e mezzo di mattina all’entrata dello
stabilimento della Nuova Pineta di Ostia, approfittando del giorno di riposo
del Circo.
Durante gli ultimi tre giorni si erano visti ogni notte, dopo lo spettacolo,
soltanto per piccoli e miseri periodi di tempo tanto che Xan Ciung, la notte
precedente, lo aveva accolto con freddezza inusuale in lei.
Xan Ciung aveva deciso di non farsi prendere ulteriormente in giro da Gian
Luca anche perché, il lunedì successivo, il Circo si sarebbe trasferito in
Germania, a Bonn con o senza Gian Luca.
Il giovanotto, come d’accordo con il papà di lei aveva detto che li avrebbe
raggiunti, in aereo, poco prima di Ferragosto.
C’erano molte cose che la bella cinesina voleva chiarire da parecchio tempo,
in particolare da quando egli aveva superato l’Esame di Stato ed invece di
starle accanto si era parzialmente eclissato.
Di scuse ne aveva tirate fuori a bizzeffe.
La stanchezza, il bisogno di mettere in ordine le proprie cose, la necessità
di non rompere con la propria famiglia, il rifiuto della madre di
accondiscendere alle sue velleità di diventare un trapezista e quindi di non
andare all’Università e così via.
Xan Ciung lo aveva avvisato : nessuno lo obbligava a fare una scelta forzata
e tanto meno lei.
Lo amava ma questo particolare non doveva influenzarlo minimamente.
Era molto giovane e se non fosse stato lui a supplicarla, non sarebbe caduta
nel trabocchetto che egli le aveva teso negli ultimi mesi.
L’atteggiamento di Gian Luca lo considerava assolutamente infido e non tale
da meritarla.
Inoltre, lei sospettava che Gian Luca non l’amasse come tante volte aveva
giurato e che non avrebbe mai sacrificato la sua carriera di studioso né per
il Circo né per sposarla.
Una volta nel segreto della cabina che avevano affittato, però, Xan Ciung non
ebbe il coraggio di dirgli in faccia tutti i suoi pensieri.
Gian Luca era stato il suo primo amore e non voleva che, qualsiasi cosa fosse
accaduto, egli potesse portare con se un cattivo ricordo di lei.
Nuda come era, Xan Ciung tirò fuori tutta la sua anima di bambina cresciuta
troppo in fretta di fronte al giovane italiano.
Cominciò a ridere sfrenatamente per poi iniziare a piangere senza ritegno.
Quelli occhi, dalla rima palpebrale così sottile, non si vedevano più tanto
erano pieni di lacrime.
Poi, lo prese a pugni disperatamente con quelle mani fatte soltanto per
accarezzare ed infine gli diede dei morsi dove capitava.
Xan Ciung non aveva, in fine, la minima forza nemmeno per fargli del male.
Gian Luca si era tremendamente spaventato nel vederla così conciata, quasi
fosse impazzita dal dolore.
E nel momento che cadde a terra svenuta capì quanto male e quanto dolore egli
le avesse arrecato.
Le massaggiò le belle gambe, tenendole in alto, per fare affluire più sangue
al cervello, poi le praticò la respirazione bocca a bocca, le bagnò la testa
con una bottiglia di acqua minerale appena comprata all’ingresso dello
stabilimento ed infine, quando vide che lentamente si stava riprendendo la
rivestì col vestitino di seta verde con cui era arrivata.
Quando Xan Ciung poté articolare qualche parola, accarezzandole il viso le
disse.
- Mi vergogno di essere la causa della tua disperazione, il mio amore per te
è fuori ogni discussione ma certamente non sono stato un compagno ideale per
la mia inesperienza in fatto dei sentimenti profondi di ogni donna. -
Gian Luca era totalmente disorientato.
In quel momento avrebbe desiderato sprofondare sotto terra ma ancora non
immaginava quale grave sconquasso psichico egli le avesse causato.
La sua trapezista, la sua cinesina già famosa a soli sedici anni, da quel
momento non riuscì più a salire sul trapezio.
Perse ogni forza per lottare e divenne una povera ragazza distrutta da un
amore impossibile.
Gian Luca fu preso da uno stato depressivo non transitorio.
Xan Ciung venne ricoverata per un lungo periodo in una Clinica Privata
Psichiatrica ed il padre del ragazzo si prese il carico di ogni spesa medica.
Anna Lisa non poté mai perdonare gli inganni del suo fidanzato anzi lo
disprezzò per tutta la vita.
Soltanto la passione per la matematica, l’unico suo vecchio amore, salvò Gian
Luca dalla pazzia più totale ed egli riuscì lentamente a riprendersi, solo ed
immerso nel Buco Nero dell’Universo, come lo era sempre stato fino all’ultimo
anno del liceo quando parve che la sua vita potesse prendere una piega del
tutto diversa.